Occupazioni studentesche, nelle scuole del Lazio arredi e laboratori distrutti. Pinneri: ‘I ragazzi devono risarcire’. Divisi i sindacati

Grande movimento nelle scuole del Lazio dopo la decisa presa di posizione del Direttore Generale dell’USR Lazio, Rocco Pinneri, in merito alle occupazioni studentesche. Andati a vuoto i vari tentativi di conciliazione con gli studenti che stanno occupando, il vertice regionale chiede ai dirigenti scolastici “di denunciare formalmente il reato di interruzione del pubblico servizio e di chiedere lo sgombero dell’edificio, avendo cura di identificare, nella denuncia, quanti possiate degli occupanti” e di “proseguire il dialogo: è importante che chi occupa capisca che violare il diritto dei loro compagni di scuola a frequentare le lezioni è un fatto grave, oltre che inutile vista la disponibilità di tutti al dialogo senza la necessità di azioni estreme ed illegali. Ribadite ai vostri studenti che dei temi di carattere più generale possono parlare anche con me – non mi son mai sottratto nelle rare occasioni in cui mi è stato chiesto – purché non stiano occupando”.

La lettera, secondo Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, non sarebbe abbastanza pedagogica: i tre sindacati invitano “l‘USR del Lazio a riconsiderare il contenuto dell’ultima nota e chiarire quanto riportato dalla stampa, con l’obiettivo di creare un clima di confronto e dialogo continuo tra gli studenti e le altre componenti della comunità educante, anche al fine di rafforzare la relazionalità fortemente colpita negli ultimi due anni a causa della frammentazione indotta dalla pandemia“. Plauso pieno arriva invece dall’ANP: Mario Rusconi esprime “piena sintonia con la nota del direttore generale dell’Usr-Lazio, Rocco Pinneri  che ha ricordato all’opinione pubblica, alle famiglie e agli studenti che la scuola é pubblica, pertanto non appartiene a quelle minoranze di 50 o poco più di studenti che occupando le scuole, in maniera anti- democratica negano il diritto allo studio della stragrande maggioranza dei loro compagni che tale forma non l’approvano“.

La conta dei danni si può fare, al momento, solo nelle scuole in cui le occupazioni sono terminate. Il direttore dell’USR Lazio elenca arredi e dotazioni laboratoriali distrutti, infissi e impianti danneggiati, distributori automatici divelti e svuotati degli alimenti e delle monetine, controsoffitti infranti e fatti precipitare, furti a danno dei bar interni ecc. “Danni che non possono avere alcuna valenza politica, esprimono solo vandalismo“. Elenco, peraltro, pienamente confermato dai dirigenti scolastici: “Come dimostrano le centinaia di fotografie che in queste ore diversi colleghi presidi delle scuole occupate ci stanno inviando – commenta il presidente di ANP Lazio, Mario Rusconi –  ci sono stati diversi atti vandalici che oltre a rovinare un bene pubblico, la scuola appunto, hanno creato danni per decine di migliaia di euro. Azioni queste – evidenzia – che sono esattamente il contrario dell’educazione civica che la scuola insegna. Proprio per questo motivo ci chiediamo come si possa esprimere solidarietà a questi ragazzi. Cosa ancora più strana è che a chiederlo sia anche qualche politico“.

A parte i danni fisici, l’USR ne rilevati altri ancora più gravi. “In due scuole – scrive ai presidi, al capo di Gabinetto, al prefetto, al questore ed al Capo di Dipartimento del Ministero – le occupazioni hanno condotto a contagi per l’inosservanza delle misure di prevenzione. Si ha notizia di altri comportamenti preoccupanti quali assembramenti su tetti privi di parapetto o in altri luoghi pericolosi e ordinariamente inaccessibili, mentre vengono consumate bevande che potrebbero diminuire i livelli di attenzione. Ciò suscita ansia in chi ha a cuore il benessere dei propri studenti“.

In altre parole, la misura è colma. “Siamo tutti consapevoli – voi  come il sottoscritto – della delicatezza di tali situazioni, perché coinvolgono minori e soprattutto perché ci rammentano la necessità dell’ascolto. Per questo motivo voi dirigenti ricorrete sempre a strumenti tipici dell’organizzazione scolastica, offrendo la vostra piena disponibilità nonché le alternative dell’assemblea o della co-gestione, che consentono di lasciare la scuola aperta a beneficio di tutti gli studenti e, contestualmente, aprono il dialogo necessario a comprendere le ragioni di ogni eventuale disagio. Ai dirigenti coinvolti ho sempre assicurato anche la mia personale disponibilità a ricevere una delegazione di studenti purché non vi sia un’occupazione in corso, non potendo ricevere chi sta commettendo un reato. Nelle occupazioni in essere tali tentativi sono stati esperiti senza, purtroppo, successo, forse anche per la presenza spesso cospicua di soggetti esterni alle scuole“.

Dove sta il nodo della discordia dunque? “Il problema principale – scrive Pinneri – è che le occupazioni violano il diritto costituzionale all’istruzione di quei numerosi studenti che non condividono il ricorso a tale strumento, indipendentemente dalla valutazione che facciano delle rivendicazioni, alcune delle quali riferite a problemi storici che siamo tutti impegnati a risolvere“.  Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua rispondono che non ritengono “opportuno che si contrapponga a questa forma di protesta, anche se estrema, una repressione ispirata a rigidi criteri di mantenimento dell’ordine pubblico, priva di quell’ispirazione pedagogica ed educativa che sempre deve essere tenuta presente da chi ha il compito di curare la crescita umana e civile dei giovani a lui affidati. In questa chiave, la scuola, tra l’altro, è già dotata di strumenti disciplinari previsti dalla norma. Inopportuno, invece, che dalla penna di chi dirige la scuola laziale escano parole che pongono l’accento solo sul profilo penale delle azioni messe in atto dagli studenti“.

Cosa succederà quindi quando i ragazzi finiranno di occupare? Il direttore generale dell’USR ha scritto con chiarezza ai dirigenti scolastici cosa fare: “Al termine dell’occupazione occorrerà che chiediate a chi è stato identificato di risarcire la spesa per la sanificazione della scuola assieme a ogni eventuale danno, non essendo giusto che se ne debba far carico la collettività, cioè persino quegli studenti che non hanno occupato e che sono stati già danneggiati, per la violenza di alcuni compagni o di esterni, perdendo giorni di lezione. Agli occupanti identificati occorrerà anche applicare le misure disciplinari previste dal regolamento interno di ciascuna scuola e dell’occupazione si terrà conto nel determinare il voto in condotta. Rimane fermo l’impegno di questo ufficio a proseguire il dialogo con i rappresentanti eletti degli studenti, con le associazioni rappresentative dei genitori nonché con quelle rappresentanze scolaresche che lo chiederanno, per approfondire le ragioni del disagio sfociato impropriamente nelle occupazioni, per illustrare le ragioni delle scelte sin qui compiute e per cercare anche assieme, quando possibile, nuove e migliori soluzioni“.

Che il clima sia rovente si comprende bene anche dalle parole di Mario Rusconi: “Mi auguro che dopo queste ulteriori mie dichiarazioni non venga nuovamente preso di mira, come accaduto già qualche giorno fa, ritrovando di nuovo imbrattata con scritte la sede dell’Anp, cosa che peraltro mi ha costretto a denunciare alle autorità competenti quanto accaduto. In democrazia si esercita liberamente il diritto di parola e di ascolto, chi non è di questo parere purtroppo utilizza altri metodi“.

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