Precariato raddoppiato negli ultimi sei anni: oltre 217mila supplenze solo nel 2022

I dati sul precariato scolastico mostrano una continua crescita, con maggiore concentrazione di contratti di supplenza nelle regioni al Nord.

Giunti quasi alla fine del 2022 possiamo tirare le somme di questi primi mesi dell’a.s 2022/2023. E dai bilanci ne esce una scuola italiana fortemente colpita dalla ‘piaga’ del precariato e della supplentite. I dati parlano di oltre 268mila supplenze nel 2022, di cui ben 217.693 solo per docenti. Questo è quanto riportato dallo stesso Ministero dell’Istruzione e del Merito. E in cima alla classifica si troverebbe la Lombardia come regione col maggior numero di supplenze (49mila contratti di supplenza totali per ogni ordine e grado scolastico), seguita dal Piemonte con 27mila precari e dal Veneto con 23mila precari.

Ma se consideriamo gli ultimi sei anni si può constatare anche come il precariato sia addirittura raddoppiato, e oggi occupa il 20% delle cattedre utilizzate ai fini del funzionamento della ‘macchina’ scolastica. Dati, questi, preoccupanti e destinati anche ad aumentare se non si dovesse intervenire nel breve termine con l’adozione di una soluzione mirata per sanare questa situazione.

Precariato e dintorni

L’esistenza in sè del precariato non è l’unica nota negativa del mondo scolastico. Perchè chi ricopre lo ‘status’ di precario si ritrova a fare i conti anche con una serie di problemi: dal mancato ottenimento degli scatti di anzianità, invece previsti per i docenti di ruolo, al mancato riconoscimento della Carta Docente di 500 euro (nonostante l’esito positivo dei molti ricorsi avviati al fine della sua corresponsione).

E come se non bastasse molti supplenti (con riferimento specialmente a coloro che sono destinatari di contratti brevi) si ritrovano anche ad attendere per mesi lo stipendio.

La stabilizzazione come unica soluzione

L’unica soluzione per poter iniziare a sanare il precariato è la stabilizzazione. E se finora la strada dei concorsi si è rivelata fallimentare occorrerebbe invece spostarsi verso una nuova direzione parallela.

Il tema è tornato alla ribalta col nuovo Governo e con la presentazione dei recenti emendamenti al Decreto Aiuti Quater, tra i quali si chiede che si possa attingere, ai fini delle immissioni in ruolo, anche dalle Gps di prima e seconda fascia. Ovviamente tale sistema non andrebbe a soppiantare le Gae laddove ancora esistenti, ma mirerebbe a ripristinare il doppio canale di reclutamento.

Condividi questa storia, scegli tu dove!