Rapporto Censis 2024. La medietà e il ritardo formativo e informativo
dal blog di Gianfranco Scialpi
Rapporto Censis 2024. La conferma di un profilo poco inclinato al futuro. Preoccupa il grado di ignoranza riscontrato
Rapporto Censis 2024. La medietà e l’ignoranza degli italiani
Rapporto Censis 2024. Impietoso, ma realistico il profilo della società italiana che emerge.
La sindrome italiana (definizione del Censis) è confermata. Declinata nel concetto di medietà. Rimanda al galleggiamento e alla sopravvivenza con un inevitabile chiusura verso il futuro, divenuto insignificante (perfetta continuità con il presente).
La società italiana ha abbandonato il rischio di andare oltre. Si legge“In larghissima maggioranza, gli italiani tuttavia galleggiano, nonostante tutto e come sempre. Galleggiare abilmente non ci protegge però da una lunga serie di inconvenienti. Nell’acqua insipida è più difficile restare a galla: se il fluido nel quale siamo immersi cambia densità, o aumentiamo lo sforzo o andiamo giù. Se l’acqua via via diminuisce di livello, non affondiamo ma smettiamo anche di galleggiare e la parte immersa viene alla luce (e scopre i suoi difetti). Se le distanze tra gli uni e gli altri aumentano, perché intorno vediamo sempre meno famiglie e imprese che competono, l’adattamento resta a responsabilità individuale e smette di essere qualità collettiva, e sempre di meno saranno gli abili al galleggiamento”.
Ovviamente in questo contesto di curvatura sul presente la formazione e la cultura perdono ogni significato. Non sorprende quindi il dato catastrofico degli apprendimenti scolastici e l’ignoranza espressa su alcuni importanti contenuti.
Ecco quanto si legge nel Rapporto “Siamo culturalmente preparati al salto d’epoca? La mancanza di conoscenze di base rende i cittadini più disorientati e vulnerabili. Per quanto riguarda il sistema scolastico, non raggiungono i traguardi di apprendimento in italiano: il 24,5% degli alunni al termine delle primarie, il 39,9% al termine delle medie, il 43,5% al termine delle superiori (negli istituti professionali il dato sale vertiginosamente all’80,0%). In matematica: il 31,8% alle primarie, il 44,0% alle medie e il 47,5% alle superiori (il picco si registra ancora negli istituti professionali, con l’81,0%). Il 49,7% degli italiani non sa indicare correttamente l’anno della Rivoluzione francese, il 30,3% non sa chi è Giuseppe Mazzini (per il 19,3% è stato un politico della prima Repubblica), per il 32,4% la Cappella Sistina è stata affrescata da Giotto o da Leonardo, per il 6,1% il sommo poeta Dante Alighieri non è l’autore delle cantiche della Divina Commedia”.
Difficile pensare a un ruolo della scuola in questo contesto depresso e chiuso al futuro.