Riceve un “impreparato” e il padre aggredisce la prof
di Lara La Gatta, La Tecnica della scuola
Riceve un “impreparato” e chiama il padre, lui aggredisce la prof che ha un malore: “Doveva metterlo anche alla compagna”
Malore a scuola per una docente, aggredita da un genitore dopo aver messo un impreparato alla figlia. Questo quanto avvenuto in un liceo della provincia di Avellino sabato 20 aprile, come riporta Il Corriere della Sera. La professoressa è dovuta ricorrere alle cure del Pronto Soccorso.
La ricostruzione dei fatti
L’alunna si era rifiutata di farsi interrogare. La docente aggredita, verbalmente, dopo il malore e solo dopo diverse ore è tornata a casa. L’aggressione è avvenuta durante le ore di lezione. La studentessa, poco dopo aver ricevuto l’impreparato, ha inviato un messaggio al padre. L’uomo arrivato a scuola ha preteso che l’insegnante uscisse dalla classe per parlarle. E qui è iniziata l’aggressione verbale.
Oltre all’impreparato, il padre contestava alla prof di non aver utilizzato lo stesso provvedimento con una compagna di classe della figlia. Che, però, nell’ora di lezione era assente perché aveva chiesto alla madre di farla uscire da scuola.
La comunità scolastica è sotto choc
Senza neanche concederle la possibilità di parlare, l’uomo ha continuato a urlare e minacciare la professoressa. Fino a quando l’insegnante non ha accusato un malore. A quel punto il genitore è andato via e la prof è stata soccorsa da una collaboratrice della dirigente scolastica. Chiesto l’intervento del 118, è stata successivamente trasportata al pronto soccorso. Poco dopo sono arrivati anche i carabinieri che hanno raccolto le testimonianze dei presenti all’aggressione.
Come riporta Corriere Irpinia, la notizia ha destato rammarico nel personale amministrativo e docente dell’istituto, che ha espresso non solo immediata solidarietà alla collega, ma starebbe anche valutando di redigere un documento da sottoscrivere, quale denuncia per questo episodio increscioso.
La legge contro la violenza sui docenti
È in Gazzetta Ufficiale la Legge n. 25 del 4 marzo 2024, recante “Modifiche agli articoli 61, 336 e 341-bis del codice penale e altre disposizioni per la tutela della sicurezza del personale scolastico“.
La nuova norma, che entrerà in vigore il 30 marzo prossimo, interviene sui numerosi episodi di violenza nei confronti del personale della scuola, esercitati non solo dagli studenti, ma anche dai loro familiari.
L’art. 1 prevede l’istituzione con apposito decreto di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico, con compiti di monitoraggio, studio, informazione e sensibilizzazione.
L’art. 2 riguarda la promozione dell’informazione da parte del Ministero, mentre l’art. 3 istituisce la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico, che si celebrerà il 15 dicembre di ogni anno.
Gli articoli dal 4 al 6 intervengono sul codice penale: l’art. 4, in particolare, modifica l’art. 61 c.p. (Circostanze aggravanti comuni) inserendo il n. 11-novies con un’ulteriore circostanza aggravante comune, consistente nell’”avere agito, nei delitti commessi con violenza o minaccia, in danno di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola, a causa o nell’esercizio delle loro funzioni“.
Il successivo articolo 5 apporta modifiche all’art. 336 c.p. (Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale) introducendo il seguente comma: “La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso dal genitore esercente la responsabilità genitoriale o dal tutore dell’alunno nei confronti di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola“.
Infine, anche l’art. 6 introduce la medesima circostanza aggravante all’art. 341-bis c.p. con riferimento al reato di oltraggio a pubblico ufficiale: anche in questo caso “La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso dal genitore esercente la responsabilità genitoriale o dal tutore dell’alunno nei confronti di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola“.