Riforma pensioni: come sarà possibile lasciare il lavoro nel 2023?

Dopo l’insediamento del nuovo Governo si torna a parlare di pensioni: come sarà possibile lasciare il lavoro nel 2023?

Nel corso degli ultimi giorni il nuovo Governo ha preso ufficialmente in mano le redini del Paese e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è tornata a parlare di pensioni, ma come sarà possibile di fatto lasciare il mondo del lavoro nel 2023?

A che punto è la Riforma pensioni

Come abbiamo anticipato nei nostri precedenti articoli, il nuovo Governo di Giorgia Meloni sta vagliando una serie di ipotesi sul fronte pensionistico per raggirare la Legge Fornero. Dopo aver parlato di Opzione uomo e Quota 41 con soglia di età minima, la Ministra del Lavoro Marina Calderone ha avanzato un’altra soluzione plausibile. Quella di un sistema a quote flessibile che possa far uscire dal mondo del lavoro 470 mila persone tra i 61 e i 66 anni di età. Con un requisito contributivo minimo di 35 anni. Ma come sarà possibile, nel concreto, andare in pensione a partire dal prossimo anno?

Come sarà possibile lasciare il lavoro nel 2023?

Al di là delle ipotesi finora avanzate, è altamente improbabile che il nuovo Governo con il poco tempo a disposizione e gli altri gravosi impegni legati soprattutto al fenomeno dell’inflazione e del caro bollette possa attuare una Riforma strutturale delle pensioni. Ancora una volta, quindi, la Riforma previdenziale potrebbe slittare di un anno. Ad ogni modo, niente è ancora deciso, in quanto i sindacati spingono affinché vengano trovate risposte concrete alle esigenze dei lavoratori prossimi alla pensione.

Qualora però non dovessero essere introdotte nuove misure, potrebbe essere prorogata Quota 102. La misura che garantisce ad oggi l’uscita dal mondo del lavoro a 64 anni di età e 38 di contributi versati. Accanto ad essa, potrebbe essere riconfermata anche Opzione donna, che potrebbe addirittura diventare strutturale ed essere estesa anche alla platea maschile con Opzione Uomo. Infine, verrebbe prorogata molto probabilmente l’Ape sociale, destinata però soltanto ad alcune categorie di lavoratori fra cui gli usuranti.

Condividi questa storia, scegli tu dove!