Sciopero scuola del 10 dicembre: la protesta che piace ai no-vax
Lo sciopero scuola del 10 dicembre, proclamato da Flc-Cgil, Uil-scuola, Snals e Gilda, ha alla base della sua motivazione la sostanziale delusione per quanto contenuto nello schema della legge di bilancio; la stessa delusione registrata anche dalla Cisl-scuola che, tuttavia, al posto dello sciopero ha preferito il confronto e la trattativa, avanzando significative proposte migliorative. Si può affermare, dunque, che con una semplificazione sintetica, la divisione registrata soprattutto nell’ambito dei sindacati confederali sia più di metodo che di merito.
All’ultimo momento, con una propria azione separata anche l’Anief (che con la Cisl-scuola aveva partecipato al confronto al ministero dell’istruzione) ha deciso di proclamare sciopero scuola per la giornata del 10 dicembre (non aderendo allo sciopero delle altre sigle, ma presentandosi con una propria proclamazione), differenziandosi inoltre dagli altri con una rivendicazione aggiuntiva: astensione dal lavoro contro l’obbligo di vaccinazione del personale scolastico previsto dall’articolo 2 del decreto legge 172 del 26 novembre e recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Secondo i dati del Ministero della Salute resi noti al 1° ottobre scorso, il 94% del personale scolastico aveva ricevuto almeno la prima dose di vaccino. Ad oggi si può stimare che attendibilmente all’interno della scuola (statale e paritaria) la percentuale abbia raggiunto il 95%.
È, dunque, a quel restante 5% di zoccolo duro di non vaccinati tra il personale scolastico che l’Anief ha lanciato un assist preciso, aggiungendo anche l’invito ad aderire al ricorso (iscrizione prima dello sciopero) contro i futuri atti che l’Amministrazione varerà quando tra due mesi il DL sarà convertito definitivamente in legge.
Di fatto, in questo modo, Anief si trova vicino alle posizioni del movimento dei no-vax.