Scuola, arriva la sanatoria sul sostegno: corsi di specializzazione light per i precari, anche per chi ha ottenuto il titolo all’estero
di Ilaria Venturi la Repubblica
Introdotti percorsi di specializzazione paralleli a quelli delle università affidati a Indire e aperti anche agli 11mila docenti in causa col ministero per il riconoscimento del titolo conseguito non in Italia. Il pedagogista Dario Ianes: “L’ennesima pessima scorciatoia”
“Mi sono appena iscritta al Tfa, cosa significa?”, “Ma questi corsi avranno lo stesso valore?”. “E chi ha studiato tanto per specializzarsi che fa?”. “Praticamente chi ha fatto l’VIII ciclo del Tfa ha perso un anno di vita invano…”. Il tam tam social è già partito dopo che nel pacchetto scuola, che il consiglio dei ministri ha approvato con un decreto legge, vengono introdotti nuovi percorsi di specializzazione per i docenti di sostegno precari. “Li affideremo a Indire” ha annunciato il ministro Giuseppe Valditara. Saranno corsi paralleli al Tfa delle università (è il tirocinio formativo attivo che serve per acquisire la specializzazione, necessaria per entrare in ruolo), uno “scippo” cosa che la ministra all’Università Anna Maria Bernini, non avrebbe per nulla gradito.
Ianes: “Ennesima scorciatoia”
“L’ennesima scorciatoia” contesta Dario Ianes, docente di Pedagogia e didattica speciale all’Università di Bolzano e co-fondatore del Centro Studi Erickson. Una sanatoria, insiste. “Con tutto rispetto per Indire, ma francamente è una sberla in faccia a chi ha fatto prove di ammissione per il Tfa. Ed è un brutto segnale per le università”. Il Tfa accademico dura un anno e prevede il conseguimento di 60 Cfu, di cui almeno 12 di tirocinio (6 di tirocinio diretto, equivalenti a 150 ore in classe reale distribuite in almeno 5 mesi).
Corsi per chi si è specializzato all’estero
Ai corsi affidati a Indire, di almeno 30 Cfu, potranno accedere anche chi si è specializzato fuori confine con corsi online a pagamento ed è in contenzioso ora con il ministero per il riconoscimento: 11mila docenti. Tutte pratiche da smaltire per dare il via libera o meno all’equiparazione dei titoli conseguiti nei corsi all’estero, soprattutto in Romania, a quelli delle università italiane. Nel frattempo, ecco la soluzione che scatena le proteste. “Si prevede – recita la nota del Ministero che spiega il decreto – che i circa 11 mila soggetti con istanza di riconoscimento o contenzioso pendente possano accedere a percorsi di specializzazione “ad hoc”, sempre erogati da Indire”.
“Ma così si incentiverà il mercato di chi fa i corsi proposti all’estero: mi iscrivo, per esempio, alle università spagnole, pago 3.980 euro, tutto compreso, poi ottengo il riconoscimento Indire, che sarà un corso online, e sono specializzato – osserva Ianes – una cosa pessima”.
85mila precari nel sostegno
L’intento del ministro è chiaro: mettere in cattedra insegnanti specializzati, e dunque di ruolo, per garantire stabilità agli alunni disabili e combattere il precariato. Obiettivo giusto, impossibile da raggiungere coi posti che le università mettono a disposizione per specializzare sul sostegno. I posti totali a disposizione sono 32.317 per il nono ciclo Tfa le cui selezioni si sono svolte i primi di maggio. Nel precedente anno accademico i posti a bando sono stati 29.061. Troppo pochi a fronte di almeno 85 mila precari sul sostegno. Tra l’altro con disequilibri territoriali evidenti: nel precedente ciclo le università della Sicilia hanno bandito 4.850 posti (a fronte di un fabbisogno inferiore), in Piemonte i posti sono stati 590 con migliaia di cattedre scoperte sul sostegno nella regione. E così arriva la soluzione di “natura transitoria ed eccezionale”, l’ennesima a cui la scuola è abituata.
I sindacati: “Un condono”
Per la Flc Cgil “il Governo decide il condono, attraverso percorsi integrativi, dei titoli acquisiti all’estero che il Ministero non è stato in grado di valutare”. Secondo la Uil scuola, “per ridurre il contenzioso si approva un provvedimento ad hoc che interviene su un’ingiustizia. Siamo fortemente contrari riguardo ai titoli conseguiti all’estero”. Inevitabile sarà lo scontro tra precari. E le associazioni delle famiglie di disabili? Avevano chiesto alle università un Tfa di due anni invece che di uno.
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