Scuola, cercansi oltre 94 mila docenti: le assunzioni per regione (ma il 50% rischia di rimanere vacante)
di Emily Capozucca
Manca poco più di un mese all’avvio del nuovo anno scolastico e parte, come spesso ultimamente accade, la caccia alle cattedre scoperte. Sono 94.130 i posti autorizzati dal ministero dell’Economia (e resi noti dal ministero dell’Istruzione solo pochi giorni fa) per le assunzioni a tempo indeterminato di personale docente per la scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado, da effettuarsi per l’anno scolastico 2022/23. A questi si aggiunge l’autorizzazione all’assunzione di 317 dirigenti scolastici e al trattenimento in servizio di 44 dirigenti scolastici, per complessive 361 unità a valere sui posti vacanti e disponibili. Qui, la ripartizione regionale delle assunzioni previste dal piano scuola.
Pa, manca un terzo del personale statale: dirigenti e funzionari i più ricercati
di Massimiliano Jattoni Dall’Asén
Trattandosi di una procedura amministrativa, la caduta del governo e l’attesa di chi siederà a capo del ministero, non dovrebbe generare contraccolpi sulle nomine. Il numero dei posti da ricoprire varia ogni anno, bilanciando le risorse stanziate dalla legge di bilancio e le uscite tra pensionamenti e mobilità. Autorizzate le posizioni da ricercare si avvia l’iter amministrativo e le “chiamate” per gli aspiranti che, da sempre sono più numerosi al Sud per posti invece, più disponibili nel Nord Italia. Nello specifico sono 22.177 in Lombardia, 9.920 in Veneto, 9.300 in Piemonte, 7.717 in Emilia Romagna. Fino a scendere verso la punta e al tacco dello stivale con 5.015 della Puglia, 2.120 della Calabria (qui, la ripartizione regionale delle assunzioni).
Ma come ormai annualmente accade si attende il gap tra le assunzioni autorizzate e gli ingressi effettivi. Nelle 94.130 assunzioni complessive, che comprendono anche i 14.420 posti comuni destinati alle procedure concorsuali straordinarie per docenti di scuola secondaria (art. 59 c. 9 bis del dl 73/2021), 63.781 riguardano cattedre comuni (31.944 alle scuole superiori) mentre i rimanenti i ruoli di sostegno, dove si verificano le maggiori scoperture. «I dati sulle assunzioni, incrociati con quelli degli aspiranti presenti nelle diverse tipologie di graduatorie da cui si potrà attingere per le nomine, evidenziano criticità irrisolte, nonostante il moltiplicarsi delle procedure concorsuali attivate negli ultimi tempi – ha commentato mercoledì scorso la segretaria generale Cisl Scuola Ivana Barbacci —. È facile prevedere che, come avvenuto negli anni scorsi, si faranno molte meno assunzioni di quelle necessarie. Si dovrà pertanto fare ricorso, ancora una volta, a decine di migliaia di contratti precari per mettere le scuole in condizione di funzionare». Alcuni dati relativi alla scuola primaria parlano da soli. La segretaria ha evidenziato che «per i 3.396 posti da coprire in Lombardia, nella graduatoria del concorso da poco pubblicata ci sono solo 481 aspiranti. Ancora più clamoroso lo scarto in Piemonte, dove con 1.307 posti su cui assumere la graduatoria concorsuale si ferma a 47 aspiranti. Va un po’ meglio nel Lazio, dove per 957 posti i concorrenti saranno 264, ma in Veneto si potranno assumere solo 114 docenti per 1.538 posti vacanti, e in Emilia 124 su 1.077». Alcune regioni, invece, dovranno attingere direttamente dalle graduatorie provinciali per le supplenze.
di Giuliana Ferraino
Restano invariate le regole per inserire i professori di ruolo: le assunzioni a tempo indeterminato resta al 50% per le graduatorie dei concorsi per titoli ed esami vigenti e il restante 50% alle graduatorie in esaurimento. Per cercare di facilitare gli ingressi e andare oltre il problema sono sette le procedure più o meno avviate: due concorsi Stem, graduatorie a esaurimento, concorso ordinario infanzia-primaria concorso ordinario secondaria, concorso straordinario call veloce. Ma gli elevati tassi di bocciatura ai concorsi ordinari e la mancanza di programmazione fanno, nonostante gli sforzi normativi, salire di poco la percentuale, riuscendo a coprire al massimo il 50% del fabbisogno. La speranza di una possibile inversione di marcia arriva dal Dl 76 che obbliga la scuola a comunicare il numero di posti necessari per le abilitazioni e contempla concorsi annuali solo su cattedre vuote. Resta da attendere quando e cosa farà il prossimo esecutivo.
da il corriere.it