Scuola chiusa per il Ramadan: 200 docenti a difesa del preside

di Alex Corlazzoli, Il Fatto Quotidiano

“Noi offesi e maltrattati”. E la vice chiede l’intervento di Mattarella

 

“Ci sentiamo offesi e maltrattati, in questi giorni siamo calpestati nei valori e nella dignità”. A scrivere queste parole inequivocabilmente dirette al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, sono i quasi duecento docenti della scuola Iqbal Masih di Pioltello che, in una lettera pubblica, difendono a spada tratta la scelta del Consiglio d’Istituto (nel quale hanno una loro rappresentanza) di sospendere le lezioni il 10 aprile, giorno della fine del Ramadan, in virtù dei tre giorni discrezionali di vacanza che si aggiungono a quelli ‚canonici‚ stabiliti dall’Ufficio scolastico regionale.

Parole che ‚ nelle stesse ore‚ sono accompagnate da un’altra missiva scritta dai genitori dell’organo collegiale che esprimono “vicinanza e sostegno al preside Alessandro Fanfoni, alla sua vice e agli insegnanti”. I messaggi fanno presagire che lunedì, quando il Consiglio d’istituto si riunirà per esaminare la richiesta dell’Ufficio scolastico regionale di disapplicare la delibera‚ del 19 maggio 2023 adottata all’unanimità, non vi sarà alcun passo indietro come vorrebbero Valditara, il leader della Lega Matteo Salvini e il presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Fanfoni, dopo aver ricevuto gli ispettori dell’Usr e la richiesta del direttore di annullare la decisione presa per, talune irregolarità (non specificate ndr) del provvedimento, non ha abbassato la testa ma non è nemmeno rimasto solo. Maria Rendani, vice preside dell’istituto nominata due anni fa dal presidente Mattarella cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica, si è rivolta persino al Capo dello Stato: “Chiedo a Mattarella di intervenire, di venire a Pioltello a sostenerci – ha detto ai microfoni del TgR Lombardia – perché ci sentiamo soli. Lui è l’unico che può scrivere la parola fine in questa triste storia. Come posso ritrovare la forza e il coraggio di insegnare ai miei alunni che lo Stato italiano difende i cittadini?.

E a rispondere a Valditara che aveva annunciato di voler ‚verificare le motivazioni di carattere didattico che hanno portato a deliberare la deroga del calendario scolastico, ci pensano i docenti: ‚”Vogliamo esprimere la nostra indignazione per la strumentalizzazione di una scelta legittima, condivisibile o meno, votata all’unanimità dei docenti presenti nel maggio 2023 e accolta all’unanimità dal Consiglio di Istituto. La scelta nasce dall’analisi e dalla valutazione del contesto territoriale, sociale e culturale in cui è inserita, in periferia di Milano, con un’utenza multiculturale con predominanza araba e pakistana. Ci teniamo a sottolineare con forza che la nostra non è una decisone politica e prendiamo le distanze da ogni strumentalizzazione. Siamo un Collegio formato da quasi duecento docenti, con idee ed orientamenti politici ovviamente molto diversificati, che ha operato una scelta didattica che va rispettata.

Parole che esprimono rabbia, sconcerto e che non lasciano spazio ad interpretazioni: “Chi aggredisce un dipendente di una scuola aggredisce lo Stato” ha dichiarato il ministro Valditara poco tempo fa, ma da giorni ci sentiamo aggrediti e non tutelati dall’ondata di odio generata su stampa e social anche da parte di esponenti politici. Non meritiamo questo trattamento, non abbiamo proposto al Consiglio di Istituto un giorno di vacanza aggiuntiva per riposarci meglio, chiediamo dunque rispetto. Una posizione condivisa da mamme e papà che nella loro lettera pubblica spiegano: “Ribadiamo che le motivazioni che hanno portato alla suddetta decisione, passando prima dal collegio docenti con successiva delibera del CdI, sono solo ed esclusivamente di carattere didattico. In un tessuto multiculturale come quello di Pioltello, la scuola, faro e realtà integrante della società, non può rimanere estranea al contesto in cui pone le sue radici e da cui prende vita ogni giorno.

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