Scuola chiusa per il Ramadan, Valditara: “Non può stabilire nuove festività”
da il giornale.it
Sono in corso verifiche per la decisione della scuola di Pioltello di effettuare la chiusura il prossimo 10 aprile per la fine del Ramadan
Continua a far discutere la decisione del dirigente scolastico di una scuola di Pioltello di chiudere il prossimo 10 aprile per agevolare i bambini musulmani che quel giorno terminano il Ramadan. Il Consiglio di istituto, che ha approvato la proposta all’unanimità, si appella all’autonomia scolastica e alla possibilità di ogni istituto di istituire dei giorni di chiusura discrezionali, rispettando il computo dei giorni di lezione. Ma il caso di Pioltello è approdato al ministero dell’Istruzione e il ministro Giuseppe Valditara ha avviato un approfondimento.
“La nostra intenzione è semplicemente quella di far rispettare le regole e la legalità. Abbiamo avviato una semplice verifica, perché il calendario scolastico lo stabilisce la Regione“, ha spiegato il ministro, sottolineando che “le festività possono essere introdotte esclusivamente dalla Regione o dallo Stato“. Nella loro autonomia, ha spiegato il ministro, le scuole possono ottenere delle deroghe “ma per solo esigenze strettamente legate alla didattica che devono essere motivate“. Il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Pioltello ha dichiarato alla stampa di aver assunto questa decisione in quanto il 40% degli studenti sono di fede musulmana e quel giorno la scuola sarebbe, comunque, stata quasi vuota. Ma Valditara ci ha tenuto a sottolineare che non è questione “di essere scuole inclusive o scuole esclusive, qui si tratta di rispettare la legge. Le vacanze legate a festività, celebrazioni o quant’altro non possono essere definite dalle scuole“.
Se le valutazioni del consiglio di istituto sono state fatte in un’ottica didattica, ha chiarito ancora il ministro, allora “nulla questio“. Ma se, al contrario, “sono state fatte valutazioni sono state del tipo ‘dobbiamo includere tutti perché bisogna fare una festività nuova’, allora ritengo che questo abbia poco a che vedere con la legge“. Ma il ministro, onde evitare polemiche strumentali sulle sue parole, ha voluto specificare che “non c’è una contesa politica, c’è solo la necessità di rispettare la legge, perché in questo Paese purtroppo bisogna ritornare al rispetto delle regole, della legge e della legalità“.
Purtroppo in Italia, continua Valditara nel suo ragionamento, “è invalsa un po’ l’abitudine, sulla base di valori di riferimento più o meno politicamente corretti, di fare riflessioni sul come ci si dovrebbe comportare. Ci si comporta secondo le regole: se sono sbagliate si cambiano“. Ma se queste regole sono condivise dalla maggioranza si tengono: “Dobbiamo ripristinare la cultura della regola. Mi sono mosso esclusivamente per affermare e sottolineare la cultura della regola e della legalità“.