Scuola, i nuovi istituti tecnici e professionali. Il ministro Valditara: “Istruzione di Serie A”
da quotidiano nazionale
Approvato in via definitiva alla Camera il decreto legge che introduce il 4+2 alle superiori: “L’obiettivo è dare alle imprese le professionalità che cercano”. L’opposizione: si va verso la privatizzazione
Roma, 1 agosto 2024 – Tra citazioni dei Pink Floyd e una querelle sollevata dal M5s sull’uso del termine “addestramento” che ha richiesto il ricorso alla Treccani, la riforma dell’Istruzione tecnica e professionale è diventata legge. Presentato lo scorso 18 settembre in Cdm, il ddl che introduce il modello della filiera del 4+2 – dopo essere passato al vaglio del Senato – è stato approvato ieri in via definitiva alla Camera con 156 sì, 97 no e 19 astenuti. “Con la nuova filiera tecnico-professionale – ha commentato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara – costruiamo un canale di istruzione di serie A”.
Con l’introduzione del modello 4+2 gli studenti dei percorsi quadriennali potranno accedere direttamente ai corsi degli ITS Academy. In alternativa, il percorso quadriennale conferisce un titolo di studio spendibile nel mondo del lavoro al pari di un diploma quinquennale e consente di iscriversi all’Università.
Non si tratta tuttavia – come ha assicurato più volte Valditara – di un mero accorciamento del percorso con gli stessi programmi del quinquennale compressi in un quadriennio, “ma di programmi nuovi, diversi, concepiti appositamente per le rinnovate esigenze formative, secondo la filosofia che ciò che conta non è la quantità ma la qualità”. Tra le principali novità anche l’istituzione dei ‘campus’, ovvero reti che collegano l’offerta didattica degli Istituti tecnici e professionali, degli ITS Academy e dei centri di formazione professionale. “La qualità del percorso d’istruzione dei ragazzi – spiegano dal ministero – è garantita con una maggiore interazione con il mondo del lavoro e la presenza di esperti provenienti dalle imprese per coprire competenze che non sono presenti tra i docenti”.
Previsto, inoltre, il potenziamento dello studio delle materie Stem, delle lingue, la didattica laboratoriale e i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. Un potenziamento che sarà possibile grazie all’invarianza di organico che consentirà di avere più docenti a disposizione dei singoli studenti per svolgere anche azioni di tutorato e recupero. Agli istituti viene, inoltre, data la possibilità di riservare quote orarie da destinare ad attività legate al territorio.
“L’obiettivo – ha detto Valditara – è un sistema di istruzione che dia a ogni giovane gli strumenti per costruirsi un solido futuro. E che al tempo stesso consenta al sistema produttivo di avere le professionalità necessarie per essere competitivo. Ad oggi la metà delle aziende fa fatica a coprire i posti disponibili. La risposta che è già arrivata dal Sud, con l’adesione alla sperimentazione dei percorsi quadriennali, ci conferma la volontà di riscatto di tante realtà del nostro Mezzogiorno a cui questa riforma darà un’ulteriore leva per lo sviluppo”.
Ma la riforma – tra l’altro già prevista dal dl 144/22, fra gli ultimi lasciti del governo Draghi e dell’ex ministro Bianchi – non piace alle opposizioni. Per Pd e Azione, che che lamentano il mancato confronto sul testo, si tratta “di un’occasione mancata per rafforzare l’istruzione tecnica e professionale”. “È un altro colpo inferto alla scuola pubblica: vogliono privatizzare tutto” attacca Angelo Bonelli di Avs. Sulla stessa line anche alcuni sindacati come la Flc Cgil che parla di un “avvio della privatizzazione del sistema pubblico di istruzione e della regionalizzazione dell’istruzione tecnica e professionale”. A una “sempre più ampia e stabile collaborazione scuola-impresa” plaude, invece, Confindustria.