Scuola, oggi sciopero di insegnanti, studenti e personale ATA. I motivi della protesta
da sky tg 24
Introduzione
Giornata di caos nel mondo della scuola. Il sindacato Anief ha indetto uno stop di docenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario: a rischio l’apertura degli istituti di ogni ordine e grado. Proteste anche da parte degli studenti e delle università. Ecco cosa sapere.
Le ragioni
- Lo sciopero è stato indetto contro l’abuso dei contratti a temine, con il lancio anche di una petizione per rivedere l’età pensionabile e chiedere il riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria. A scendere in piazza anche gli studenti, che manifesteranno con lo slogan “Vogliamo potere”
Il trattamento riservato alla scuola
- Sul tema si è espresso il presidente di Anief Marcello Pacifico: “Lo Stato italiano nonostante una precisa procedura di infrazione ha ridotto l’organico di ruolo e ha raddoppiato l’organico a tempo determinato perpetrato l’abuso dei contratti a termine. Ha nel contempo innalzato l’età media degli insegnanti e del personale amministrativo superando persino la quota del 50% dell’organico over 50, a dispetto dell’alto tasso di burnout ravvisato nella categoria. È chiaro ed evidente che bisogna rivedere le regole sulle finestre d’uscita del personale scolastico che spesso ha titoli universitari che non sono riscattati per gli onerosi costi nonostante siano necessari per accedere e svolgere la professione”
La differenza con le Forze Armate
- Un rapporto diverso rispetto alle Forze Armate. “Invece per il personale delle forze armate vige il riscatto gratuito, come pure la finestra che permette a 60 anni di andare in pensione senza alcuna penalizzazione sull’assegno pensionistico”, ha sottolineato Pacifico
L’ultimo sciopero
- L’ultimo sciopero del mondo della scuola si era svolto lo scorso 31 ottobre: l’agitazione, proclamata da Flc Cgil, aveva previsto anche una manifestazione davanti alla sede del ministero dell’Istruzione e del Merito in viale Trastevere. In quell’occasione molte scuole romane rimasero chiuse, a causa dell’assenza del personale Ata
La nota del ministero dell’Istruzione
- A confermare lo sciopero è stato anche lo stesso ministero dell’Istruzione con una nota: “Si comunica che, per l’intera giornata del 15 novembre 2024, è previsto uno sciopero del personale docente, ATA e educativo delle istituzioni scolastiche e educative, assunto a tempo determinato e indeterminato, proclamato da ANIEF. Per la medesima data è stato proclamato da ADL Cobas e Rete di azione unitaria per l’inclusione – RUI uno sciopero generale regionale del personale del Comparto Istruzione e Ricerca della Lombardia”
Rischio ritorno a casa
- È possibile, quindi, che gli studenti possano tornare a casa e non entrare a scuola, in assenza dei servizi essenziali
La protesta degli studenti
- Nella stessa giornata è previsto anche lo sciopero studentesco nazionale, indetto dall’Unione degli studenti, principale sindacato studentesco, e che vedrà la partecipazione di altre realtà sociali e associazioni. Previsto anche un corteo a Roma, in partenza dalle ore 9:30 da piazza San Cosimato
La partecipazione degli idonei al concorso
- A partecipare allo sciopero anche gli idonei al concorso scuola 2023che non hanno una graduatoria di merito a esaurimento, che manifesteranno davanti alla sede del Ministero a Roma. Le motivazioni sono le stesse della precedente manifestazione del 27 settembre: i docenti risultati idonei senza graduatoria rischiano di dover sostenere il nuovo concorso scuola annunciato dal ministro Valditara pur avendo superato il precedente. Si tratterebbe in questo caso di sostenere le stesse prove a distanza di pochi mesi dalle precedenti: addirittura per molte classi di concorso le prove sono ancora in corso di svolgimento. Per questo chiedono il riconoscimento del merito dimostrato
La protesta dell’Università
- A protestare è anche il mondo universitario. “Il 15 novembre, in occasione dello sciopero studentesco nazionale chiamato dall’Unione degli Studenti e da LINK-Coordinamento Universitarioinvitiamo docenti, ricercatori, tecnici, amministrativi e dottorandi a scendere in piazza con gli studenti. Scendiamo in piazza insieme per pretendere un’altra scuola e un’altra università, oltre i tagli di questo governo e di quelli che l’hanno preceduto, per restituire all’intera comunità del mondo della formazione la dignità che gli spetta, per un paese migliore che parta dalla conoscenza”, ha dichiarato Simone Cigliano dell’esecutivo nazionale della Rete della Conoscenza
Le ragioni della protesta universitaria
- Le ragioni sono diverse, come riporta il testo dell’appello lanciato dalla Rete della Conoscenza. “Per essere liberi dall’autoritarismo, dal caro vita, da bigottismo e patriarcato, da sfruttamento e dalla cultura bellicista, il 15 novembre l’Unione degli Studenti e Link-Coordinamento Universitario saranno in piazza. Vogliamo costruire un’altra scuola ed un’altra università che siano pubbliche, laiche, solidali, per tutti. Per farlo abbiamo bisogno di tutte le componenti, di tutte le persone che animano il mondo della formazione”