Scuola: ritorno tra i banchi per 7 milioni di studenti, con le incognite precari e influenza

di Andrea Marini il sole 24 ore

Dopo 16 giorni di chiusura delle scuole per le vacanze natalizie, circa 7 milioni di studenti di ogni ordine e grado rientrano sui banchi. A preoccupare sono le influenze stagionali e i vari virus respiratori che stanno circolando nella popolazione e che rischiano di avere un boom con la riapertura degli istituti. Per gli esperti il picco non è lontano. Ma c’è anche il nodo dello stipendio dei precari, tra docenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata) con un botta e risposta tra sindacati e ministero.

Gli stipendi dei precari

«Riprende l’attività didattica nelle scuole, ma decine di migliaia di docenti e Ata aspettano ancora i loro stipendi del nuovo anno scolastico, molti di loro anche quello di settembre 2023». A ricordarlo è il sindacato Anief, che da settimane denuncia il problema e sostiene con forza l’iniziativa del dicastero dell’Istruzione e del Merito di accelerare i tempi per liquidare le somme spettanti ai precari della scuola.

 
La replica del ministero

«Con riferimento al pagamento delle supplenze brevi, si precisa: è dal 2013 che ogni anno vengono pagati in ritardo, fra gennaio e marzo, gli stipendi dei docenti precari titolari di supplenze brevi. I ritardi si accumulano per il periodo lavorativo settembre-dicembre, a causa di specifici problemi burocratici che coinvolgono più ministeri e diverse istituzioni. Nonostante ciò, a dicembre 2023 sono stati pagati circa 55mila precari. Abbiamo inoltre concordato con il ministero dell’Economia una assegnazione straordinaria che avverrà l’11 gennaio, con cui si effettueranno i 15mila pagamenti rimanenti oltre alle mensilità di dicembre ancora non retribuite». Così nei giorni scorsi Jacopo Greco, Capo Dipartimento per le Risorse umane, finanziare e strumentali del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Il picco dell’influenza

L’influenza quest’anno ha raggiunti l’incidenza più alta dal monitoraggio del 2009-2010. «Guardando i dati dell’incidenza delle sindromi influenzali che nell’ultima settimana è risultata sostanzialmente stabile, ai livelli alti della precedente, sembriamo essere vicini al picco». Lo ha spiegato all’Adnkronos Salute Giovanni Rezza, ex direttore della Prevenzione del ministero della Salute e oggi professore straordinario di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. «In questa settimana sembriamo essere vicini al picco, ma è una curva» molto alta «con un’incidenza molto elevata che rende probabile una lunga coda – riflette l’esperto -. Considerando che ci sono stati giorni di festa», con il ritorno alle attività lavorative e con il rientro di bimbi e ragazzi nelle scuole «potrebbe crescere un po’. Ma se non è arrivato il picco, ci siamo vicini».

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