Scuola, stop ai 4 anni in uno: nuove regole contro i diplomifici

da qui Finanza

Diplomi facili addio: il Cdm ha approvato il decreto che promette di fare piazza pulita dei diplomifici. Ma il governo continua a puntare sulle scuole paritarie

L’ultimo Cdm ha visto l’approvazione del decreto che pone una pietra tombale sui diplomifici, quegli istituti superiori che permettono agli studenti rimasti indietro di fare anche quattro anni in uno.

Lo stop, come annunciato dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, sarà operativo dall’anno prossimo (2025/2026). La novità è contenuta nel decreto per l’attuazione delle misure del Pnrr in materia di istruzione.

Valditara mira a garantire una maggiore qualità dell’istruzione, evitando percorsi di studio facilitati e rafforzando il valore dei diplomi.

I diplomifici sono da tempo nel mirino del governo Meloni: il loro numero si era già “notevolmente ridotto anche grazie alle misure adottate lo scorso anno e anche grazie all’accordo con la guardia di finanza”, ha puntualizzato Valditara. Per fare due anni in uno si dovrà obbligatoriamente ottenere il via libera di una commissione di valutazione presieduta da un docente esterno.

Il decreto introduce poi l’obbligo del registro elettronico e limita la creazione di classi terminali aggiuntive nelle scuole paritarie. Una classe terminale è quella con la quale termina il ciclo di studi.

Per quanto riguarda la stretta sui diplomifici, considerata l’urgenza, è già previsto un disegno di legge in discussione in Parlamento.

Riforma del test di Medicina

Ma il decreto introduce inoltre la riforma dell’accesso ai corsi di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, eliminando il test d’ingresso a favore di un semestre filtro. In pratica, per diventare camici bianchi non si passerà più sotto le forche caudine di un test d’ingresso, ma si frequenterà un semestre filtro con materie di base, al termine del quale solo i più meritevoli potranno procedere. Gli altri, che non rientreranno in graduatoria, potranno scegliere di frequentare altri corsi di studi, parzialmente affini e con crediti in comune. O potranno ritirarsi e basta.

Per sopperire alla cronica carenza di medici, il governo punta a un aumento graduale dei posti disponibili a Medicina.

Scuole paritarie nel mirino del governo

L’attenzione di Valditara nei confronti dei diplomifici è arrivata a metà del 2024, con un’ispezione in 70 istituti paritari. Il ministero ha investigato, in particolare, su quelle realtà scolastiche che hanno mostrato un incremento notevole di studenti iscritti al quinto anno, rispetto a quelli che frequentavano le classi iniziali. Le ispezioni hanno evidenziato una serie di inadempienze, come carenza di aule adeguate allo svolgimento delle lezioni, mancanza di laboratori, studenti spesso assenti e carenza di professori, molti dei quali identificati come non abilitati all’insegnamento. Alla fine, le direzioni scolastiche regionali hanno avviato la procedura di revoca della parità per 47 istituti.

Contestualmente, però, il governo Meloni ha scelto di investire sulle scuole paritarie stanziando 750 milioni di euro, una cifra più alta rispetto a quanto previsto negli anni passati. “Il nostro obiettivo è garantire a tutti gli studenti l’opportunità di una formazione di qualità, indipendentemente dall’istituto in cui studiano”, ha dichiarato a febbraio Giuseppe Valditara. Il sindacato Uil Scuola ha contestato tali scelte, chiedendo investimenti per la scuola statale e per la stabilizzazione degli insegnanti precari.

Condividi questa storia, scegli tu dove!