Scuola, Valditara: «Nei nuovi istituti tecnici percorsi più flessibili e a misura d’impresa»

di Eugenio Bruno il sole 24 ore

Nei piani del Governo c’è il liceo del made in Italy per avvicinare il mondo della scuola a quello del lavoro. Ma anche, e soprattutto, una riforma dell’intera istruzione tecnica con percorsi più flessibili e vicini alle esigenze delle imprese

Nei progetti del governo Meloni non c’è solo il liceo del made in Italy per avvicinare il mondo della scuola a quello del lavoro.

Ma anche, e soprattutto, una riforma dell’intera istruzione tecnica con percorsi più flessibili e vicini alle esigenze delle imprese. Oltre a un ulteriore rafforzamento degli Its, che a breve riceveranno altri 700 milioni. Come annuncia il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

Ministro partiamo dall’attualità. Avete appena stanziato 1,2 miliardi per potenziamento delle Stem e della Scuola 4.0. Come li userete?

È un investimento importante sulla formazione dei docenti e di tutto il personale, per la valorizzazione dei talenti di ogni ragazzo e nella lotta alla dispersione, un investimento che punta a vincere la sfida lanciata con il Pnrr alla competitività del sistema paese in termini di innovazione della scuola nel suo complesso.

Seicento milioni andranno a finanziare percorsi didattici, di formazione e di orientamento per studentesse e studenti di tutti i cicli scolastici: sono finalizzati a promuovere e sviluppare le competenze nelle materie scientifiche, in quelle digitali nonché in quelle linguistiche, con particolare attenzione a garantire pari opportunità per tutti gli studenti.

Le scuole potranno prevedere percorsi formativi personalizzati a piccoli gruppi di studenti anche in orario extracurricolare.

Abbiamo destinato ulteriori 600 milioni alla formazione dei docenti, dei dirigenti e del personale amministrativo sia per percorsi formativi sul multilinguismo e sulla transizione digitale anche a supporto del Piano Scuola 4.0.

Le misure sono aperte anche alle scuole paritarie?

Sì, anche le scuole paritarie fanno parte del progetto ed è una novità. Gli istituti con fini non commerciali potranno aderire direttamente a un avviso pubblico a loro dedicato. Noi riteniamo che non esistano scuole di serie A e di serie B nel sistema pubblico di istruzione che è unitario.

In un intervento pubblicato nei giorni scorsi sul Sole 24 ore l’ex ministra Gelmini cita la pelletteria di Firenze e Arezzo e il legno arredo della Brianza come settori a corto di addetti formati. Come pensate di riformare la istruzione tecnico-professionale?

Uno degli obiettivi della nostra azione di governo è valorizzare la filiera della istruzione tecnico-professionale. Stiamo a tal fine predisponendo un percorso sperimentale particolarmente avanzato.

Uno dei passaggi fondamentali sarà aprire alle professionalità provenienti dal mondo delle imprese per offrire specializzazioni che il sistema scolastico da solo non riesce a mettere in campo, arricchendo così il piano dell’offerta formativa.

Con il decreto di dicembre intanto abbiamo già iniziato a potenziare l’attività di orientamento. A questo fine giocheranno un ruolo significativo il docente tutor e il docente orientatore.

Per quanto riguarda la riforma dell’istruzione tecnica prevista dal Pnrr, la nostra attenzione si sta concentrando soprattutto sulle innovazioni che permettano nei vari indirizzi di studio una maggiore flessibilità dei percorsi e dei quadri orari al fine di renderli più aderenti ai contesti produttivi di riferimento. Inoltre, si punterà molto sull’acquisizione da parte degli studenti di certificazioni linguistiche e professionali spendibili all’ingresso nel mondo del lavoro.

Per raggiungere compiutamente questi obiettivi sono, tuttavia, necessarie talune modifiche al decreto approvato dal precedente Governo, che potremo apportare solo dopo aver interloquito con la Commissione europea ed aver dimostrato che queste innovazioni accrescerebbero, di molto, il valore della riforma.

A proposito dei docenti tutor e orientatori: quando arriveranno anche alle medie?

Il docente tutor e il docente orientatore sono figure centrali di una scuola capace, grazie al lavoro collettivo di tutte le sue componenti, di far emergere i talenti di ogni studente, di innescare un percorso virtuoso, volto anche al superamento delle difficoltà frutto di diseguaglianze, di natura sociale e territoriale, favorendo le scelte consapevoli di ogni ragazzo e della sua famiglia sia per il percorso di studi che di lavoro.

Dal 17 aprile prossimo i docenti potranno candidarsi allo svolgimento di queste due importanti funzioni per le quali è previsto un aumento retributivo annuo per ciascun tutor fino ad un massimo di 4.750 euro e per ciascun orientatore fino ad un massimo di 2.000 euro.

A queste cifre potranno aggiungersi ulteriori compensi per attività extracurricolari. Le linee guida sull’orientamento, adottate a dicembre nel rispetto della scadenza europea Pnrr, hanno previsto anche nella scuola secondaria di primo grado attività extracurricolari di orientamento per un totale di 30 ore, per la cui definizione le figure del tutor e dell’orientatore sono centrali.

Sul piano delle risorse, tutte le istituzioni scolastiche, per remunerare attività didattiche di potenziamento sulle discipline e attività innovative per l’orientamento, potranno accedere ai finanziamenti derivanti dal Pnrr e dal Pon 2021-2027. Ovviamente nei prossimi anni saranno previste misure organiche anche per i tutor della scuola secondaria di primo grado.

Passiamo agli Its. I primi 500 milioni previsti dal Pnrr sono stati distribuiti ma i 17 provvedimenti attuativi sono ancora al palo. Si riuscirà ad accelerare?

Sui decreti attuativi della riforma, dall’insediamento di questo Governo abbiamo sicuramente accelerato il processo.

Abbiamo ripartito i primi 500 milioni del Pnrr per i laboratori e le fondazioni stanno iniziando le progettazioni. Sulle ulteriori risorse, pari a circa 700 milioni di euro, da destinare al potenziamento delle competenze e della didattica e per l’attivazione di nuovi corsi, attendiamo dalle Regioni la proposta definitiva di riparto e, entro la prima metà di maggio, dovremmo riuscire ad adottare anche questo decreto.

Altri cinque decreti sono già stati istruiti e sono pronti per i successivi passaggi. Ritengo importante sottolineare che la stesura dei provvedimenti attuativi della riforma degli Its ha visto negli ultimi mesi, oltre a una significativa accelerazione, un lavoro congiunto, e un costante, proficuo confronto con tutti i soggetti istituzionali coinvolti. Abbiamo scelto un metodo molto partecipato di definizione dei testi dei decreti ministeriali che sta dando i suoi frutti.

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