Smartphone e minori. L’inutile scorciatoia dei divieti

dal blog di Gianfranco Scialpi

 

Smartphone e minori. La “via newyorkese” che punta alle sanzioni non porta a nulla o quasi. Occorre impegnarsi sulla presenza educativa dei genitori

Smartphone e minori. La scorciatoia dei “paletti”

Smartphone e minori. Il dispositivo tecnologico è sempre più pervasivo. Lo si usa per informarsi, visionare film, filmati e contenuti multimediali, postare… Il suo utilizzo per ore da parte dei ragazzi e soprattutto dei bambini, ha modificato l’orizzonte esistenziale e simbolico della nuova generazione. Il reale declinato soprattutto in una relazione fatta di corpi non intermediati è sempre più relegato al margine. L’attenzione dei ragazzi decresce per via della velocità imposta dal susseguirsi dei post, delle informazioni…L’amicizia e l’amore come progetti, impegni diventano delle chimere in un contesto divenuto ancora più liquido grazie all’uso degli smartphone. Quello che conta è apparire, non essere. Da qui l’attenzione al corpo, alla scelta delle foto e dei post che possano in molti casi alterare la nostra reale corporeità

Ovviamente l’elenco non finisce qui. Ora dall’America giunge la notizia che si intende arginare l’uso scriteriato, inasprendo i divieti. Si legge: “New York potrebbe dunque presto vietare alle società di social media di utilizzare specifici algoritmi per gestire i contenuti dedicati ai minori. Il punto èfar sì che i social smettano di proporre feed automatizzati ai minori. Il disegno di legge è ancora in fase di definizione ma presto potrebbe entrare in vigore. New York punta anche a vietare l’invio di notifiche ai minori durante le ore notturne (senza il consenso dei genitori). Iniziative del genere sono state prese anche altrove. In Florida, per esempio, un disegno di legge vieta ai bambini sotto i quattordici anni di accedere alle piattaforme di social media. Inoltre, ogni social richiede il consenso dei genitori per i ragazzi i ragazzi fino a quindici anni. In questo modo si spera di limitare l’uso dei social o almeno di poter proteggere i più piccoli dai rischi del mondo online. Secondo molti comportamentalisti americani, la situazione è molto delicata e c’è in gioco la salute mentale della nuove generazioni. Già dal 2023 i minori non possono accedere liberamente ai social nell’Utah. in Arkansas, in Louisiana, in Ohio e in Texas“.

I divieti non sono la soluzione

La corrente proibizionista si sta diffondendo anche in Europa. E’ di questi giorni  la notizia che la Spagna intende portare l’età minima da 14 a 16 per il consenso dei dati personali. E non è finita”La Francia ha reso disponibile un controllo parentale di default su tutti i dispositivi connessi a Internet nel settembre 2022. In Gran Bretagna, una legge sulla sicurezza online entrata in vigore nell’ottobre dello scorso anno richiede alle piattaforme come Facebook o Instagram di Meta e YouTube di Alphabet di rimuovere i contenuti illegali e di verificare efficacemente che i loro utenti abbiano almeno 13 anni”.

Purtroppo in questi provvedimenti non si parla dei genitori e del loro ruolo educativo. Una presenza reale fatta anche di dialogo, regole e quindi divieti. Spesso l’uso scriteriato da parte dei più piccoli dipende dai genitori. In questi casi il ruolo educativo è abdicato o molto limitato.

Si possono pensare ai tanti divieti, ma questi diventano inutili e inefficaci se poi la famiglia non supporta con comportamenti coerenti quanto imposto dalla normativa. I divieti illudono, proponendo una facile soluzione. Questa però necessita del contributo di più soggetti, tra i quali la famiglia. Diversamente le scorciatoie dei divieti conducono solo a ulteriori inasprimenti senza però risolvere.

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