Valditara e il “suo merito”. Lo scontro con la realtà
dal blog di Gianfranco Scialpi
Valditara e il merito. La eraltà impone sempre la sua legge, portando il Ministro a un distinguo. Dal merito “duro e puro” a quello edulcorato.
Valditara e il merito. La vicenda di un istituto torinese
Valditara e il merito. E’ la bandiera identitaria del suo mandato come Ministro dell’istruzione al quale va aggiunto ” e del merito”. L’integrazione è stato voluta direttamente da G. Meloni. Da qui l’adeguamento al nuovo credo ideologico da parte del mondo della scuola che discende dalla concezione conservatrice (L. Rondanini), che mette al centro la valorizzazione del naturale profilo educativo presente in ogni allievo. G. Valditara preferisce una diversa declinazione, parlando di una “Scuola dei talenti” (Piemme, Torino 2024).
In questi giorni i riflettori mediatici si sono concentrati sul caso di un Istituto torinese. Si legge su La Stampa” La vicenda accaduta all’istituto Tommaseo coinvolge un’intera classe che ha partecipato al progetto «Riconnessioni». Sono ragazze e ragazzi di 14 e 15 anni che devono realizzare un podcast. Alle lezioni teoriche segue la pratica da svolgere a Milano nella redazione di Radio24 ma sono ammessi solo 15 studenti e spetta alla scuola stabilire quali alunni mandare. «Il criterio scelto per la selezione dei 15 è quello del merito – si legge nel verbale del consiglio di classe -. I selezionati verranno comunicati direttamente dai professori». Una decisione trasmessa ai genitori tramite il diario scolastico: «Gli allievi partecipanti sono stati selezionati in base agli esiti del primo quadrimestre e alle necessità di recupero». I prescelti vanno a Milano a capire dal vivo come si realizza un podcast mentre gli 8 rimasti a Torino fanno una lezione sullo stesso argomento con l’insegnante di sostegno.
Non sorprende la reazione dei genitori degli esclusi che hanno immediatamente protestato, coinvolgendo anche il Ministro. G. Valditara replicato: “Se la scelta di ridurre a soli 15 studenti gli ammessi alla visita è stata fatta dalla struttura ospitante, credo che si potesse chiedere e ottenere una eccezione, facendo proprio riferimento alla necessità di una didattica inclusiva”
Lo scontro con la realtà
Replica scontata. Abituati però a cercare la documentazione anche poco conosciuta, si legge nel libro del Ministro (cap. 5 Facilismo educativo). “Si è detto che la scuola del merito punta a tirar fuori il meglio che il giovane è in grado di dare, valorizzando i talenti. E’ evidente che se da una arte si richiede una sempre più accentuata personalizzazione della formazione…, dall’altra è necessario puntare sull’impegno dello studente”. Ora l’istituto si è mossso su questa linea. La preside dell’Istituto, infatti ha dichiarato “Come il ministro sa bene la valutazione numerica è una convenzione che si riferisce a una serie di descrittori che, per chi, come l’istituto Tommaseo, lavora per progetti e utilizza prove di valutazione autentica, include la partecipazione, l’interesse e l’atteggiamento dei ragazzi”
Breve riflessione. I principi e i criteri essendo teorici mantengono la loro validità e fascino, finché rimangono nella dimensione speculativa. E’ il caso del merito presente nella suddetta pubblicazione del Ministro. Ovviamente il suo tratto è la durezza, la perentorietà dei ragionamenti. Questi poi però devono calarsi nelle situazioni concrete dove sono presenti le persone. Da qui i compromessi, i distinguo che rendono il criterio (merito) edulcorato, meno spigoloso. E’ il risultato di un atteggiamento che non tiene conto del principio del reale. Questo, se considerato come base di partenza per ogni ragionamento, permette al principio di mantenere la sua aderenza concreta, evitando discorsi e dichiarazioni che spesso invece sono ideologici.