Valditara nomina il gruppo per rifare i programmi ministeriali, ma è polemica
di Ilaria Venturi, la Repubblica
“Mancano insegnanti e due esperti su nove vengono dagli atenei telematici
Il coordinamento scientifico della commissione affidato alla professoressa Loredana Perla. La Flc-Cgil contesta: “Nomine alla chetichella, ricordiamo al ministro che l’istruzione non è roba sua”. Replica il ministro: “Si rilassino i contestatori”
Il ministro Giuseppe Valditara ha nominato una commissione di esperti per rivedere le indicazioni e le linee guida nazionali del primo e secondo ciclo di istruzione. Un testo che risale al 2018, ministro Fioroni, aggiornato nel 2012, che riguarda la sostanza di ciò che viene trasmesso nelle aule. Dalla materna alle superiori. Ed è già polemica.
La Lega e le università online
Nei social e nelle chat corre le nomina, anticipata dal Sird (Società italiana di ricerca didattica) che si congratula con i suoi aderenti, e fioccano i commenti critici di una parte del mondo della scuola compreso il fatto che non è passato inosservato: due pedagogisti su nove vengono dalle università telematiche. Nulla toglie al loro curriculum, ma dice molto sulla linea del governo Meloni, portata avanti in particolare dalla Lega, rispetto agli atenei online che reclamano spazio e accreditamenti.
La lista degli esperti chiamati
Intanto, i nomi. Il coordinamento scientifico della commissione è stato affidato alla professoressa Loredana Perla, ordinario di Didattica e pedagogia speciale all’Università di Bari, coautrice dell’ultimo libro di Ernesto Galli della Loggia “Insegnare l’Italia, una proposta per la scuola dell’obbligo”. In commissione gli esperti scelti da Valditara sono: Laura Sara Agrati, pedagogista dell’Università telematica Pegaso, il consulente del ministro Francesco Emmanuele Magni, Paolo Calidoni, ex ispettore già docente a Parma, Giuseppe Cappuccio, ordinario di Pedagogia sperimentale a Palermo, Massimiliano Costa di Ca’ Foscari, Evelina Scaglia, associato di Pedagogia a Bergamo, Alessia Scarnisci, ordinario di Pedagogia dell’Universitas Mercatorum, Viviana Vinci, dell’università di Foggia, allieva di Loredana Perla. Tutti pedagogisti, dunque. E forte è il gruppo legato a Bergamo, dunque a Giuseppe Bertagna, consigliere ombra di Valditara.
Critica la linguista Gheno
Il tam tam della protesta cresce: “Giù le mani dalle indicazioni nazionali”, perché la paura è che si voglia smantellare un impianto costruito e che si voglia, dall’alto di un governo di destra, intervenire sui programmi limitando l’autonomia delle scuole e la libertà di insegnamento. “Nemmeno un(a) docente proveniente dalle scuole sulle quali si prendono decisioni. Ottimo” commenta la linguista Vera Gheno. E non è la sola a esprimere delusione.
“Le indicazioni nazionali – nelle loro raccomandazioni pedagogiche e nelle indicazioni operative – sono stati e tuttora costituiscono una proposta educativa all’avanguardia, che valorizza il ruolo della scuola come contesto di promozione ed esercizio di cittadinanza attiva – osserva Elisabetta Nigris, docente di Progettazione didattica e valutazione all’università di Milano Bicocca – Tutti i documenti sono perfettibili, e anche in questo caso una commissione composta da docenti, dirigenti scolastici, esperti dei diversi ambiti pedagogici e delle didattiche disciplinari potrebbero aggiornarlo adeguandolo ai cambiamenti avvenuti nella nostra società. Mi auguro, però, che non venga buttato via il bambino con l’acqua sporca, correndo il rischio di ricadere in una visione di scuola schiacciata sui contenuti e sull’apprendimento mnemonico e/o esecutivo, e non venga stravolto un documento fondato su basi scientifiche e allineato con i sistemi scolastici dei paesi più avanzati in ambito educativo”.
Anche Cristiano Corsini, docente di Pedagogia sperimentale e valutazione scolastica a Roma Tre, dà voce alle preoccupazioni su una certa idea di scuola che avanza: “Mi dispiace che si cominci a lavorare sulla scuola partendo dalle indicazioni nazionali, quelle del primo ciclo rappresentano tra l’altro uno dei migliori documenti che abbiamo. Abbiamo tre pilastri: la valutazione alla primaria, le indicazioni nazionali e l’inclusione. E sembra proprio che si sta iniziando a smontarli, il primo sulla valutazione è già stato stravolto e nemmeno sull’inclusione tira aria migliore”.
“Una fretta sospetta”
Attacca la Flc-Cgil: “Apprendiamo a mezzo stampa che, alla chetichella, il ministro Valditara avrebbe istituito una commissione per la revisione delle indicazioni nazionali. Tralasciando valutazioni sulla composizione della commissione, vogliamo evidenziare l’atteggiamento proprietario che il governo esercita sul sistema d’Istruzione. Ricordiamo al ministro che la scuola non è “roba sua”, ma è di tutte e tutti. Vorremmo poi capire quali siano l’urgenza e le motivazioni per la revisione delle linee guida ma soprattutto su quali indicazioni si debba muovere la commissione e quali siano le finalità nel lavoro di revisione dei “programmi”. Infine, non possiamo che sottolineare il mancato coinvolgimento di insegnanti e dirigenti, di chi cioè ogni giorno, proprio sulla base delle linee guida e delle indicazioni, esercita l’azione educativa concretamente. Questo la dice lunga sulla considerazione che il governo ha degli insegnanti italiani”.
Valditara: “Consulteremo il mondo della scuola”
In serata la replica del ministro Giuseppe Valditara su X: “Si rilassino i contestatori e i polemisti di professione. Non appena il decreto di nomina della Commissione di studio sarà registrato, sarà avviata una consultazione ampia del mondo della scuola. Noi ci preoccupiamo dell’interesse dei nostri giovani, di chi insegna, e del Paese. Altri pensano solo a cristallizzare la loro visione ideologica e proprietaria della scuola”.
Loredana Perla: “Timori infondati”
La professoressa Loredana Perla frena: “Timori infondati, ascolteremo tutti: insegnanti, dirigenti, associazioni professionali, studenti – assicura – si è sempre fatta una revisione, le indicazioni nazionali risalgono a 12 anni fa, quando ministro era Giuseppe Fioroni, con un ultimo aggiornamento nel 2018. In questi sei anni è successo di tutto, dalla pandemia all’arrivo dell’Intelligenza artificiale sempre più pervasiva e la scuola non può ignorare questi cambiamenti”. La docente preannuncia una revisione, da condividere nella commissione, con questi obiettivi: “Le indicazioni attuali sono molto prolisse, piene di contenuti e obiettivi che disorientano, mi piacerebbe alleggerire e sburocratizzare, recuperare i saperi umanistici che sono fondamentali e ridare una nuova centralità al corpo docente. Sono intellettuali, vanno rimotivati, e la scuola è presidio culturale del Paese. È necessario poi rafforzare la visione pedagogica in modo che si passi dall’educare istruendo, che era alla base delle indicazioni precedenti, all’istruire educando”.
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