Violenza sui docenti. Il rischio della generalizzazione
dal blog di Gianfranco Scialpi
Violenza sui docenti. Esistono, ma il rischio di cadere nella fallacia della generalizzazione è concreto. Si fa il gioco della destra e non solo.
Violenza sui docenti. Reale. I dati lo confermano
Violenza sui docenti. Un fenomeno che rispetto allo scorso anno è in aumento. Un mese fa scrivevo: <<Violenza a scuola. Dall’inizio dell’anno sono stati registrati 36 casi. Se compariamo il dato con quello conclusivo dello scorso anno (27), allora non è azzardato ipotizzare che un insegnante pensi “Io speriamo che me la cavo”. Preoccupa il clima che si respira entrando in un edificio scolastico, sempre più percepito come un campo di battaglia>>.
Oggi sfogliando il quotidiano La Verità, la situazione è presentata in modalità aumentata. Infatti i casi proposti (83) rappresentano la somma dello scorso anno con il parziale riferito ai primi mesi del 2024.
L’articolo di P. F. Reitter propone tutti i casi avvenuti nell’arco di tempo di riferimento. Elencarli è un’operazione superflua, in quano quasi tutti sono a nostra consocenza.
La trappola della generalizzazione è dietro l’angolo
Il taglio allarmistico del contributo verso il quale punta il contributo è funzionale a confermare che viviamo in una società fobocratica. Da qui la richiesta di interventi risolutivi. Scrive L. Scosati «L’ansia individuale massificataporta ad una sempre maggiore richiesta di interventi con l’obiettivo di costruire un mondo libero da rischi, malattie, infortuni, guerre, carestie, crisi e possibilmente anche la morte. Il bombardamento comunicativo, che abbiamo descritto nello scorso articolo, mira a generare nell’individuo uno stato perenne di ansia e allerta, che, in un mondo ormai privo di comunità degne di questo nome, è in grado di far sì che siano proprio gli individui a desiderare, attendere, richiedere e accettare misure semplicemente folli. E ad aggredire in tutti i modi possibili chiunque venga di volta in volta additato come il nemico dell’incolumità pubblica».
Da qui si comprende l’approvazione della normativa che inaspriscono le pene contro gli atti violenti sui docenti. “Domandina”: perchè non applicare la normativa antecedente?
Occorre fermarsi quindi e quindi utilizzare la razionalità. Partiamo dal dato in percentuale. Come scrivevo in termini assoluti i casi rappresentano in percentuale dei centesimi (0.03%).
E’ molto facile, quindi cadere nella falalcia della generalizzazione tesa a distorcere la realtà, volgendola verso il buio. In sintesi la strategia cerca di convincerci che i pochi casi rappresntino tutta la realtà. Non è così. Esistono tante situazioni dove i professori sono rispettati perché autorevoli, o semplicemente perché comunque sono docenti o adulti. Esistono ovviamente tensioni o criticità, senza però sfociare nella violenza verbale o fisica.
Non ritengo che l’inasprimento delle sanzioni porti a una risoluzione definitiva della criticità. Storicamente il governo Meloni ci crede. Non sorprende, ovviamente.