Voto di condotta: ancora un rinvio alla Camera

L’aula smentisce le previsioni del ministro Valditara.

 

Non è bastata neppure la seduta della Camera di oggi 19 settembre per chiudere la vicenda della riforma del voto di condotta che il ministro Valditara aveva annunciato già nel giugno del 2023.

Nel corso della seduta odierna si è iniziato ad esaminare il testo del primo dei 3 articoli che compongono il provvedimento; anzi per la verità è stato discusso solamente uno degli emendamenti presentati dall’opposizione, emendamento con cui il PD chiedeva la soppressione dell’articolo 1 che riguarda appunto il voto di condotta.

Scontato il parere contrario del relatore (Grazia Di Maggio di FdI) e del Governo, rappresentato in aula dalla sottosegretaria Paola Frassinetti, alla fine l’aula ha respinto la proposta del PD.
Numerosi però gli interventi dei deputati del PD, del M5S, di Italia Viva e di AVS.

Nessuno ha risparmiato critiche alla maggioranza e al Ministro dell’Istruzione, sottolineando le molteplici anomalie del disegno di legge; i riferimenti a pedagogisti moderni e antichi per tentare di spiegare al Governo che la pratica del voto di condotta non ha nulla di scientifico ed è assai poco condivisa dal mondo della scuola e della ricerca pedagogica si sono sprecati. Nel tentativo di far comprendere a Valditara e al suo staff gli errori del provvedimento è stato più volte citato persino il libro Cuore di De Amicis.
Nessuna replica è arrivata dai banchi del Governo tanto che non sono mancate le accuse di scarso interesse da parte della maggioranza per un provvedimento che meriterebbe ben altra attenzione.

Nella seduta di domani, venerdì 20, sono previsti altri argomenti, mentre è già stato annunciato dalla presidenza della Camera che si riprenderà l’esame del disegno di legge martedì pomeriggio.

Per l’ennesima volta è stata così smentita la previsione del ministro Valditara che solo un paio di giorni fa aveva assicurato che il provvedimento sarebbe stato approvato fra mercoledì e giovedì di questa settimana.
Ma evidentemente non sempre i lavori parlamentari procedono secondo i desideri del Ministro di turno.

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